Leonardo

Fascicolo 13


in "Alleati e nemici"
Andrè Gide - Saul; Le Roi Candaule. - Paris. Mercure de France, MCMIV.
recensione di Gian Falco (Giovanni Papini)
p. 35


p. 35



   Andrè Gide, uno dei compni della solitudine che amiamo di più per il suo spirito semplice e profondo, ci era apparso finora un moralista raffinato, un sottile evocatore di miti filosofici, un narratore secco, forte, luminoso come i cieli di quell'Algeria che ama tanto. Avevamo sentito in lui l'anima nobile e caustica del Diderot affilata e nobilitata attraverso il fuoco lucido e crudo di Nietzsche e congiunta ad un'altra anima, ben personale, quella stessa che ha creato le pagine più profonde del Promethée mal enchainé.
   Oggi scopriamo in lui un riflesso della grande anima shakespeariana. Il vecchio Re Giudeo, il pastore di Betlemme, l'ombra di Samuele, la profetessa di Endor sono entrate, per lui, nel mistero. Come l'Alfieri ci aveva dato col Saul la meno francese delle sue tragedie, il Gide ci dà con questo Saul la più elisabettiana delle tragedie francesi. I due libri di Samuele son divenuti un dramma che ricorda insieme King Lear e Macbeth, ch'è ricco di vita e misterioso di colore come un quadro di Vittore Carpaccio, Il suo mistero è shakesperiano per lo spirito ma non è nordico per la forma. I demoni che danzano, strisciano, cantano, ghignano attraverso questo Saul sono i demoni del grande deserto pieno di sole e di follia, non escono dalle brume o dalle foreste. E il vecchio Re che beve e si consuma sull'alta terrazza resta fino all'ultimo più nobile di Re Lear, anche quando la pazzia lo espone alle risa del popolo. Questo Saul è di uno Shakespeare ch'è vissuto in Palestina e ha letto Peer Gynt.
   Le Roi Candaule vuol esser una pura opera d'arte ed è invece opera di combattimento. Il Candaulo erodoteo diviene il simbolo della generosa aristocrazia che muore per aver voluto svelare al popolo il mistero dell'unica bellezza. Ci sono, in questo dramma, dei bei pensieri e delle belle immagini ma non c'è il dramma. Dopo il Saul fa l'effetto di una miniatura dopo un affresco, di un minuetto dopo una danza di guerra. È inutile aggiungere che il Saul non ha trovato chi l'abbia voluto rappresentare e che il Roi Candaule è stato quasi fischiato.


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